come studiare diritto privato
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Come studiare diritto privato

Logica e tecnica di memoria

Affrontare lo studio di una materia di diritto sostanziale fondamentale come diritto privato non è sempre cosa agevole per uno studente, giacché solitamente è uno dei primi duri scogli da superare nel percorso che porta al conseguimento della laurea in giurisprudenza. Anche gli studenti che alla lunga si riveleranno più brillanti, conoscono per la prima volta la reale difficoltà per ottenere un’ottimale preparazione in materia. Pertanto, non spaventarti se incontri delle difficoltà: è del tutto normale.

L’argomento “logica e tecnica di memoria” richiede un’applicazione di un metodo di studio rigoroso, ma soggettivo per ogni studente. In altre parole, non esiste un unico metodo infallibile, ma ogni studente della materia deve riuscire a trovare il proprio equilibrio secondo la sua applicazione, che deve essere metodica e quotidiana.
Ciò posto, è chiaro che vi possano essere comunque dei tratti comuni riguardo le tecniche di studio e che, tutto sommato, fanno poi realmente la differenza in ambito valutativo ai fini dell’esame da sostenere.

In particolare, una volta che lo studente ha visto da vicino l’intero programma creandosi una “preparazione base” solida, è necessario effettuare un ripasso a distanza di ore e giorni per focalizzare bene i concetti e mantenerli nella memoria a lungo termine. Tale operazione va effettuata per mezzo di una serie di ripetizioni a voce alta, poiché con essa ci si esercita ad esprimere i concetti nello stesso modo di come dovranno essere espressi in sede di esame.

Quali libri scegliere

Spesso capita che i docenti di diritto privato offrano la possibilità ai propri studenti, tipicamente corsisti, di scegliere il manuale di riferimento sul quale basare la propria preparazione. In questi casi, la scelta fra i migliori libri di diritto privato è quindi il primo passo per avvicinarsi allo studio di questa materia.
Probabilmente il testo più venduto ed utilizzato grazie ai suoi contenuti, ai suoi esempi e alla sua forma è il Manuale di diritto privato di Andrea Torrente e Piero Schlesinger. Questo manuale, redatto in maniera chiara e scorrevole, è sempre molto aggiornato sia per quel che riguarda le riforme legislative introdotte nel nostro ordinamento civile, sia per quel che riguarda le più recenti in ambito giurisprudenziale.

È un manuale che non solo è utilizzato a livello universitario, ma da molti è ritenuto anche lo strumento ottimale per prepararsi a concorsi pubblici o per affrontare l’orale dell’esame di stato da avvocato. Si ritiene altresì adatto tanto agli studenti di Giurisprudenza, quanto a quelli degli altri corsi che prevedono l’esame nel piano di studi (Economia, Scienze Politiche, etc.).

Una valida alternativa è rappresentata da un “mostro sacro” nel panorama degli studi in giurisprudenza. Ci riferiamo a Istituzioni di diritto civile scritto da Alberto Trabucchi, uno dei testi fra i più conosciuti ed utilizzati (insieme al Torrente-Schlesinger). Risulta essere molto completo e chiaro nell’esposizione dei concetti, quindi perfetto sia per gli studenti di Giurisprudenza che di Economia. Molti lo ritengono più ricco di approfondimenti rispetto al Torrente, e pertanto allo stesso tempo leggermente più complesso.

Chi ama invece la sostanza, non può che rivolgersi alla lettura e allo studio di “Diritto Privato” di Vincenzo Roppo. Molti lo preferiscono, infatti, per la sua riassuntività, schematicità, e conseguente semplicità: il testo va subito dritto al punto dei concetti chiave, senza troppi giri di parole. Per qualcuno, una simile impostazione potrebbe risultare un ostacolo in più alla comprensione degli argomenti di un programma molto vasto.

Passando in rassegna un altro testo con differente autore, non si può certamente prescindere dal citare il Manuale di diritto privato di Pietro Perlingieri. Secondo alcuni il testo sarebbe molto ostico e dispersivo poiché utilizzerebbe un linguaggio eccessivamente accademico e poco pratico. Altri studenti, invece, lo preferiscono proprio per il suo livello di profondità, soprattutto su argomenti come il contratto, il negozio giuridico, l’impresa e la società, il diritto di famiglia.

Probabilmente per chi è alle prime armi e ha possibilità di scelta, sarebbe opportuno di valutare altre soluzioni.
Altro manuale decisamente ben fatto, ricco di esempi e scorrevole è Istituzioni di diritto privato di Pietro Trimarchi. Tuttavia, tra tutti quelli citati è il meno completo, per cui al fine di un maggior approfondimento delle tematiche è fortemente consigliabile integrarlo con altri testi tra quelli che lo precedono.

Un manuale di diritto privato autorevole, completo e chiaro è invece quello di Francesco Galgano, intitolato semplicemente Diritto privato. Ottimamente curato in ogni esempio ed aggiornato, convince soprattutto per la presenza di numerose applicazioni concrete. Il linguaggio utilizzato non è eccessivamente tecnico, è tra quelli indicati anche per gli studenti meno esperti.

Infine, last but not least, il Manuale di diritto di privato di Francesco Gazzoni, rinomato in ogni Università per la sua complessità dovuta anche alla massiccia presenza dei casi giurisprudenziali più interessanti per ogni argomento. Per tali motivi, se ne consiglia lo studio a studenti molto volenterosi ed esperti, con grandi ambizioni.

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Gli errori più comuni

Uno degli errori più frequenti è quello di imparare i concetti a memoria. Tale metodo di studio è sempre stato oggetto di discussioni e dibattiti, tra amici come tra colleghi di corso, poiché la credenza popolare vuole che il diritto debba essere imparato a memoria. Accade quindi spesso che, alla luce di tale convinzione, in molti non riescano ad avere una preparazione adeguata in quanto i concetti da “memorizzare” sono troppi. Ciò è tanto vero, quanto falso, nel senso che sicuramente gli argomenti sono tanti, ma non serve impararli a memoria.

Ciò per due ordini di motivi: in primis, bisogna ricordare che durante l’esame nessun professore vi chiederà mai di ripetere a memoria il testo di una norma; in secundis, il diritto non è assolutamente una materia che vi obbliga ad un simile sacrificio, poiché da un lato è materia adatta a chi riesce a ragionare in termini giuridici, interpretando le norme e dando loro un significato che spesso va oltre il testo letterale della stessa; dall’altro lato, come è noto, il diritto è in costante mutamento, soprattutto nel nostro ordinamento spesso oggetto di riforme anche importanti.

Essendo così mutevole, non avrebbe alcun senso imparare una serie di norme a memoria.
Altro tipico errore è rappresentato da un metodo di studio sì corretto, ma che si limita al manuale di riferimento, e magari anche solo superficialmente. Detto che è strettamente necessario affiancare l’utilizzo del codice a quello del manuale, quest’ultimo va utilizzato come strumento di supporto allo studio del codice stesso. Il manuale deve essere fonte di chiarimenti, spiegazioni e “serbatoio” di esempi da utilizzare per meglio interpretare le norme e come strumento di supporto durante l’esposizione all’esame.

Infine, un terzo ordine di errore è rappresentato dal caso se vogliamo opposto, vale a dire quando si associa allo studio del manuale quello di un codice commentato ovvero annotato con la giurisprudenza. Sicuramente tali ediziono sono fonte ed occasione di approfondimento di tutti gli istituti giuridici sottesi alla materia, ma si tratta di un eccesso per uno studente universitario, che può benissimo evitare di utilizzare questi strumenti che sono più che altro rivolti ai professionisti (già formati) del settore (avvocati, notai, magistrati, etc.).

Usare gli schemi?

Solitamente utilizzare gli schemi può essere un espediente utile per favorire la memorizzazione dei concetti più importanti, ed avere un’organizzazione mentale precisa degli argomenti studiati. Tuttavia, il risvolto della medaglia di questo tipo di approccio allo studio può essere problematico, portando lo studente a memorizzare solo a livello mnemonico una serie di concetti che appariranno totalmente slegati tra loro, nonché lacunosi e capaci di evidenziare la difficoltà dello studente a districarsi tra i vari istituti giuridici.

Pertanto, utilizzare degli schemi può essere indicato solo a mo’ di supporto di un tipo di studio più approfondito. In altre parole, uno strumento con il quale ci aiutiamo a fissare nella mente gli istituti giuridici più importanti, ma solo dopo averli studiati e compresi nel profondo. In tale scenario questo extra porterà effettivamente quel valore aggiunto che lo studente spera, ma non può rappresentare una scorciatoia nel percorso di preparazione di un esame fondamentale come quello di diritto privato.

Prepararlo in un mese è possibile?

Saremo schietti e sinceri: un mese di “studio matto e disperatissimonon può essere sufficiente per una preparazione ottimale, necessaria per avere reali chances di superare l’esame.

Diritto privato è una materia vasta, ostica e che spaventa essendo materia del primo anno di Giurisprudenza, per di più propedeutica a molte altre tanto in quest’ultima quanto in Economia o Scienze Politiche. Solitamente il programma si aggira attorno alle 1200 pagine, alle quali affiancare lo studio del codice da vicino ed eventualmente altro materiale didattico fornito dal docente: impossibile che in un mese si riesca ad essere pronti.

E se anche fosse, la preparazione potrebbe essere fortemente lacunosa.

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