Uno degli interventi normativi più rilevanti degli ultimi anni è certamente il nuovo Codice dei contratti pubblici.
Gli appalti pubblici, precedentemente disciplinati dal D. Lgs. n. 50 del 2016, sono oggi disciplinati dal decreto legislativo 31 marzo 2023 n. 36, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 31 marzo 2023 n. 77. Un argomento questo fondamentale per il diritto ma anche per la gestione dell’attività amministrativa.
L’emanazione del Codice è connessa all’attuale contingenza politica-amministrativa in cui trova definizione il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che necessita di creare procedure veloci dai tempi certi, per dare concretezza a tutti gli investimenti e riforme previsti.
La struttura
Il Codice degli Appalti Pubblici è formato da 229 articoli e vari allegati. Le norme sono raggruppate in cinque Libri ripartiti, a loro volta, in Parti, Titoli e Capi.
Il Libro primo è dedicato ai principi, alla digitalizzazione, alla programmazione, alla progettazione; il secondo definisce l’appalto; il terzo gli appalti nei settori speciali; il quarto si occupa del partenariato pubblico-privato e delle concessioni; il quinto, infine, del contenzioso e dell’autorità nazionale anticorruzione, unitamente alle disposizioni finali e transitorie.
Una delle sfide principali è sicuramente quella che riguarda la digitalizzazione, la semplificazione e la tutela della concorrenza. Sul primo aspetto viene marcata la diffusività della digitalizzazione che inserisce nel Codice anche un lessico completamente nuovo. È certamente costante il riferimento al Codice dell’Amministrazione Digitale (D. Lgs. 7-03-2005, n. 82).
Principi e diritti digitali
Le stazioni appaltanti, ma anche gli enti concedenti, devono assicurare la digitalizzazione del ciclo di vita dei contratti in considerazione dei principi e delle disposizioni del suddetto Codice dell’Amministrazione Digitale; è fondamentale garantire l’esercizio dei diritti di cittadinanza digitale, operando in base ai principi di neutralità tecnologica, di trasparenza e di protezione dei dati personali e di sicurezza informatica (art. 19 Codice Appalti).
Le comunicazioni e gli scambi di informazioni, fondamentali per il confronto concorrenziale, sono attuati in base al Codice dell’Amministrazione Digitale e tramite le piattaforme dell’ecosistema nazionale.
L’ecosistema nazionale (e-procurement)
L’ecosistema nazionale di approvvigionamento digitale (e-procurement) è il procacciamento e l’acquisizione di beni e servizi tramite la rete Internet; a tale processo è connesso un sistema di regole, modalità organizzative e procedure che riguardano, anche in tal caso, l’uso di software e tecnologie informatiche.
Nello specifico l’ecosistema nazionale di approvvigionamento digitale (e-procurement) è formato dalle piattaforme e dai servizi digitali infrastrutturali abilitanti la gestione del ciclo di vita dei contratti pubblici e dalle piattaforme di approvvigionamento digitale usate per le stazioni appaltanti.
Le piattaforme e i servizi digitali consentono la redazione o l’acquisizione degli atti in formato nativo digitale; la pubblicazione e la trasmissione dei dati e documenti alla Banca dati nazionale dei contratti pubblici; l’accesso elettronico alla documentazione di gara; la presentazione del documento di gara unico europeo in formato digitale e l’interoperabilità con il fascicolo virtuale dell’operatore economico; la presentazione delle offerte; l’apertura, la gestione e la conservazione del fascicolo di gara in modalità digitale; il controllo tecnico, contabile e amministrativo dei contratti anche in fase di esecuzione e la gestione delle garanzie.
La disponibilità digitale dei documenti di gara
La digitalizzazione è essenziale anche per la diffusione e la piena conoscenza delle informazioni rilevanti.
A decorrere dalla pubblicazione di un avviso o da quella di invio di un invito a confermare l’interesse a contrattare con una PA, i documenti di gara sono resi disponibili in forma digitale, in modo gratuito, illimitato e diretto. L’avviso e l’invito a confermare l’interesse identificano il collegamento ipertestuale con cui i documenti di gara sono accessibili.
Le informazioni richieste sui documenti di gara sono rese note a tutti gli offerenti o rese disponibili sulla piattaforma di approvvigionamento digitale e sul sito Istituzionale.
La Banca dati nazionale dei contratti pubblici
La digitalizzazione consente un sistema di archiviazione dei dati nella Banca dati nazionale dei contratti pubblici. L’ANAC (art. 23 Cod. Appalti) è titolare in via esclusiva della Banca dati nazionale dei contratti pubblici abilitante l’ecosistema nazionale di e-procurement; ne accresce e gestisce i servizi. L’ANAC individua le sezioni di cui è formata la Banca dati e i servizi collegati.
La Banca dati nazionale dei contratti pubblici è interoperabile con le piattaforme di approvvigionamento digitale usate dalle stazioni appaltanti e dagli enti concedenti.
Il fascicolo virtuale dell’operatore economico
Nella Banca dati nazionale dei contratti pubblici vi è il fascicolo virtuale dell’operatore economico che consente la verifica della mancanza di cause di esclusione e di requisiti di partecipazione alle gare per i soggetti esecutori di lavori pubblici e anche i dati e i documenti riguardanti i requisiti di ordine speciale che l’operatore economico inserisce.
Quindi il fascicolo virtuale è usato per la partecipazione alle procedure di affidamento disciplinate dal codice.
I dati e i documenti del fascicolo sono aggiornati automaticamente e sono utilizzati in tutte le procedure di affidamento a cui l’operatore partecipa.
La digitalizzazione è funzionale da un lato ai valori-guida pubblicistici, come trasparenza, pubblicità, imparzialità e dall’altro alla strategia efficiente per interfacciarsi con il mercato.