Sia a livello teorico che a livello pratico le differenze tra patrimonio e capitale sociale non sono sempre agevoli. È fondamentale, però, per l’esame di diritto commerciale, tanto quanto per lo studio dei concorsi pubblici, conoscere e comprendere le due nozioni.
Tuttavia, il capitale sociale e il patrimonio tendono a coincidere all’avvio dell’attività quando la società si basa esclusivamente sui conferimenti e non ha ancora accumulato debiti. Questa situazione, però, può persistere solo temporaneamente o in rari casi in cui il capitale non viene investito.
Quindi, è importante notare che, con lo sviluppo dell’attività e l’emergere di passività, il capitale sociale e il patrimonio netto tenderanno a differenziarsi.
In questo nuovo articolo di Ripetiamo Diritto affronteremo proprio questi aspetti così da fornire un valido strumento ai nostri lettori e per chiarire, quanto più possibile, le differenze e la rilevanza di capitale e patrimonio sociale all’interno del nostro ordinamento giuridico.
Il patrimonio sociale
Il patrimonio sociale si concretizza in quel complesso di rapporti giuridici attivi e passivi che fanno capo ad una determinata società. Si tratta, almeno in un primo momento, dei beni provenienti dai conferimenti dei soci.
È necessario sottolineare, però, che il patrimonio varia in base alle vicende economiche della società, creando attività o passività tutte specificate nel bilancio d’esercizio annuale. E il patrimonio netto è proprio la differenza tra attività e passività.
Il patrimonio sociale, o (per meglio dire) l’attivo patrimoniale, è garanzia principale o esclusiva dei creditori della società. È garanzia esclusiva se la società ha autonomia patrimoniale perfetta, ovvero la stessa risponde delle obbligazioni sociali solo con il proprio patrimonio; è garanzia principale, invece, se la società gode di autonomia patrimoniale imperfetta, per cui anche i soci rispondono verso i creditori, direttamente con il proprio patrimonio, delle obbligazioni sociali (sempre che il patrimonio della società risulti insufficiente).
Il capitale sociale
Il capitale sociale, invece, è un’entità numerica relativa al “valore in denaro” dei conferimenti dati dai soci, che risulta da una specifica valutazione. Tale valore deve essere indicato nell’atto costitutivo della società.
Vi è una fondamentale differenza con il patrimonio sociale.
Il capitale sociale non muta nel corso della vita della società, se non nel caso in cui vi sia una modifica dell’atto costitutivo che ne decida un aumento, ipotizzando nuovi conferimenti, o una riduzione, a seguito delle perdite subite.
Le modificazioni statutarie, inerenti l’aumento e la diminuzione dello stesso, hanno una disciplina ad hoc nel nostro ordinamento.
Il primo è reale (o a pagamento), se insieme al capitale sociale aumenta anche il patrimonio, tramite nuovi conferimenti, o nominale (o gratuito), se rimane invariato il patrimonio e aumenta solo il capitale nominale. Anche la riduzione può essere reale o nominale; nel primo caso vi è un rimborso ai soci del valore dei conferimenti; nel secondo il capitale viene ridotto per perdite.
Funzione vincolistica e organizzativa
Il capitale ha, quindi, duplice funzione, una vincolistica e l’altra organizzativa. In base alla prima il capitale, indicando l’ammontare dei conferimenti, specifica il valore delle attività che i soci non possono distrarre dall’esercizio d’impresa e che non possono ripartire tra loro per tutta la durata della società.
Infatti, i soci possono provvedere alla sola distribuzione del patrimonio netto che va oltre l’ammontare del capitale sociale e questo anche nel caso in cui la società non abbia alcun debito.
Pertanto, il capitale sociale è la quota ideale (o anche la frazione) del patrimonio netto sottoposta a un vincolo di stabile destinazione all’attività sociale, Proprio a sottolinearne la funzione vincolistica, la cifra del capitale sociale nominale viene iscritta, in bilancio, tra le passività della società con i debiti a carico della medesima, in quanto intoccabile e non divisibile.
Infine, il capitale sociale ha anche una funzione organizzativa; e questo aspetto si sviluppa sotto due profili differenti. Uno vale per tutte le società, l’altro solo per quelle di capitali.
Esso serve da termine di riferimento per accertare, nel bilancio d’esercizio, tanto gli utili quanto le perdite. Sotto un diverso aspetto il capitale sociale ha una funzione organizzativa differente per le società di capitali: serve come “base di misurazione” di alcune situazioni soggettive dei soci, sia di carattere amministrativo (diritto di voto) quanto di carattere patrimoniale (diritto agli utili e alla quota di liquidazione). Diritti che spettano al socio proporzionalmente al capitale sociale sottoscritto.