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Separazione delle carriere: un sistema giudiziario più equo?

La separazione delle carriere tra magistrati del pubblico ministero e giudici rappresenta uno dei temi più dibattuti nel contesto del diritto costituzionale.

Questo principio, volto a garantire l’autonomia e l’indipendenza del potere giudiziario, trova fondamento negli articoli 104 e 107 della Costituzione e in numerose proposte di riforma susseguitesi nel tempo.

La riforma del 2024, approvata dalla Camera dei Deputati il 16 gennaio 2025, introduce cambiamenti significativi con l’obiettivo di creare percorsi professionali distinti per i magistrati, riducendo l’influenza delle correnti interne e rafforzando l’indipendenza di giudici e pubblici ministeri.

Nonostante l’approvazione iniziale, il percorso legislativo è ancora lungo. La riforma deve essere approvata due volte sia dalla Camera sia dal Senato e, con tutta probabilità, sarà sottoposta a referendum.

Se il disegno di legge riceverà l’approvazione necessaria, potrebbe entrare in vigore entro la fine del 2026, segnando un’importante svolta.

Di seguito, esamineremo le principali proposte di riforma e le loro possibili conseguenze per il sistema giudiziario.

La struttura dei nuovi Consigli Superiori della Magistratura

Uno degli elementi cardine della riforma del 2024 è l’istituzione di due Consigli Superiori della Magistratura distinti: uno per i magistrati giudicanti e uno per i magistrati requirenti. I magistrati giudicanti sono i giudici dei tribunali e delle corti, mentre i magistrati requirenti sono i pubblici ministeri che conducono le indagini.

Attualmente, tutti i magistrati seguono un percorso formativo unico e partecipano a un unico concorso. Durante la loro carriera, possono cambiare funzione una sola volta entro i primi dieci anni di attività, in base alla riforma della giustizia voluta dall’ex ministra Cartabia.

I nuovi CSM saranno composti da membri selezionati attraverso una combinazione di elezioni e sorteggi, con l’obiettivo di assicurare trasparenza e equità nel processo di selezione.

Ogni CSM sarà guidato dal Presidente della Repubblica e vedrà la partecipazione del Primo Presidente della Corte di Cassazione e del Procuratore Generale della Corte di Cassazione come membri di diritto. I rimanenti membri saranno estratti a sorte da un elenco di magistrati giudicanti o requirenti e da un elenco di professori e avvocati predisposto dal Parlamento.

I membri eletti dureranno in carica quattro anni, senza possibilità di rieleggibilità immediata.

Questa struttura mira a ridurre l’influenza delle correnti politiche e promuovere una maggiore imparzialità e autonomia nelle decisioni, migliorando la fiducia pubblica nel sistema giudiziario.

Tuttavia, l’introduzione del sistema di sorteggio ha sollevato preoccupazioni tra i detrattori, i quali temono possibili elementi di incertezza e manipolazione nel processo di selezione. Pertanto, sarà fondamentale garantire una struttura organizzativa robusta e trasparente per evitare rischi di interferenza o abuso.

Alta Corte Disciplinare e controllo politico

Un’altra innovazione significativa è l’istituzione di un’Alta Corte Disciplinare, incaricata di trattare le questioni disciplinari dei magistrati ordinari. Quindi, i due nuovi CSM non avranno il potere di giudicare le responsabilità disciplinari dei magistrati.

L’Alta Corte sarà composta da 15 giudici con almeno vent’anni di esperienza: tre nominati dal Presidente della Repubblica, tre estratti a sorte da un elenco stilato dal Parlamento in seduta comune, sei sorteggiati tra i giudici e tre tra i PM.

I giudici dell’Alta Corte resteranno in carica per quattro anni, senza possibilità di rinnovo dell’incarico.

Il Presidente sarà scelto tra i giudici nominati dal Presidente della Repubblica o tra quelli estratti dall’elenco parlamentare.

Nonostante le garanzie di trasparenza e imparzialità, la concentrazione di potere disciplinare in un’unica entità solleva preoccupazioni su possibili influenze politiche e pressioni esterne. Dunque sarà fondamentale stabilire criteri di selezione rigorosi e procedure trasparenti per garantire l’equità e l’indipendenza di tale organo.

Misure di salvaguardia come mandati non rinnovabili e l’obbligo di trasparenza saranno essenziali.

La riforma prevede anche un sistema di ricorso contro le decisioni dell’Alta Corte, presso la stessa Alta Corte, la quale avrà, però, una composizione differente rispetto a quella del giudizio di prima istanza. Questo aggiunge un ulteriore livello di controllo e tutela dei diritti dei magistrati.

Implicazioni e conseguenze della riforma

La separazione delle carriere nel sistema giudiziario rappresenta un tema di grande rilevanza costituzionale, che richiede un’attenta valutazione delle implicazioni teoriche e pratiche.

La riforma del 2024, se correttamente attuata, potrebbe rafforzare l’indipendenza e l’imparzialità del potere giudiziario. Tuttavia, è essenziale affrontare le sfide operative e logistiche che essa comporta, inclusa la revisione delle strutture organizzative e l’assicurazione di adeguate risorse per la formazione e l’implementazione dei nuovi percorsi professionali.

Il nuovo assetto normativo include anche un referendum popolare nel 2026, un passaggio cruciale per la sua effettiva realizzazione. Questo referendum offrirà ai cittadini la possibilità di esprimere il proprio parere sulla riforma e di influenzare direttamente il processo decisionale.

Se approvate, le modifiche potrebbero comportare un significativo ripensamento dell’equilibrio tra indipendenza giudiziaria e controllo istituzionale, con impatti duraturi sulla struttura e il funzionamento del sistema giudiziario.

In conclusione, la separazione delle carriere potrebbe essere la chiave per un sistema più imparziale, ma la sua realizzazione richiederà un’attenta pianificazione e una gestione rigorosa per evitare problemi di trasparenza, equità e indipendenza.

Quindi sarà cruciale monitorare l’evoluzione del sistema e adottare eventuali correttivi per garantire il raggiungimento degli obiettivi prefissati senza compromettere l’integrità e l’efficacia del sistema giudiziario.

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Fonti normative:

  • Artt. 104 e 107 Cost.